Pranzo: 12:00 – 14:15
Cena: 19:00 – 22:15
Aperti a Pranzo e Cena Tutti i Giorni escluso la domenica
Questi li devi provare perchè sono..
Sotto il portico un gatto nero si arruffa nell’insegna bianca «Biassanot», forma dialettale che sta per «tiratardi». Entrati nel locale, affollato, il testo dell’omonima canzone di Dino Sarti compare tra altri oggetti appesi ai muri. Tre sale in stile rustico, pavimento in cotto, soffitto in legno scuro. La clientela è fatta di bolognesi ma anche di tanti stranieri, che hanno conosciuto il ristorante in occasioni delle varie fiere che si svolgono a Bologna e che da anni prenotano fin dall’estero.
Il locale è intimo e accogliente con una terrazza estiva.
All’insegna della tipica cucina bolognese, i primi classici della tradizione come lasagne, tortellini, tortelloni, tagliatelle, tutti rigorosamente fatti a mano.. tirati a mattarello. Per i secondi la scelta è molto varia; ottime le carni cotte alla brace con griglia e carbone, superbe le bistecche alla fiorentina, ottimi i filetti e gustose le verdure. Tutti i dolci sono di produzione propria, come pure il gelato. C’è anche una cantina fornitissima, soprattutto di vini regionali. Ogni piatto è curato nei minimi particolari e il cliente è servito nel migliore dei modi.
Il giorno di chisura è la domenica ma in occasione delle fiere non viene osservata.
E’ difficile immaginarlo oggi, ma la città è percorsa da un reticolo fittissimo di acque e ponti nascosti sotto le strade e gli edifici. Quasi sessanta i km di chiaviche e condotte storiche, canali, rii e torrenti che interessano il centro di Bologna. Il percorso tocca i punti più caratteristici della storia delle acque bolognesi, dove ancora si può vedere quanto altrimenti solo immaginabile. Ascolteremo il racconto di quando Bologna grazie all’acqua era una una grande potenza economica, dei suoi segreti, delle sue debolezze. Partiti dal Serraglio dell’Aposa, l’itinerario proseguirà poi lungo le acque ed i luoghi ad esse associati, passando dall’iconica finestrella sul canale di Reno di via Piella, per terminare al porto di Porta Galliera realizzato dai Bentivoglio, dove si imbarcò Lucrezia Borgia diretta a Ferrara per il suo matrimonio.